In questo blog spesso ho scritto di bilanciamento colore, fondamentale sia in Astrofotografia sia nelle foto naturalistiche e proprio da questo ho tratto appunto l’ ispirazione per scrivere questo post.
La fretta di pubblicare le immagini elaborate induce a non verificare bene che il bilanciamento colore sia corretto ad esempio elaborando sotto le luci artificiali di casa la sera, oppure tramite un monitor di un vecchio portatile non più affidabile; io stesso cerco di evitare questo tipo di errori ma qualche volta sbagliare è inevitabile.
Recentemente ho visionato un mio “vecchio” scatto naturalistico, risalente al Gennaio 2016 che vi propongo come esempio di seguito, esso presenta appunto un bilanciamento colore errato , mostrando un evidente dominante innaturale su colori freddi.
Ho quindi scritto questo post ma anche realizzato un Tutorial ed un Video-Tutorial per approfondire l’argomento e spero per insegnare qualcosa di utile.
Partirei quindi ad analizzare una mia vecchia elaborazione di un mio primo tentativo di fotografia in HDR, realizzato nel lontano 2006 a Padova, come è possibile vedere qui a lato ritrae una delle Statue nella Piazza principale di questa città, e seppur con i suoi limiti, evidenzia le potenzialità di questa tecnica, fornendo sia il dettaglio della statua in ombra sia il paesaggio circostante, ma appunto con tutti i limiti del “primo esperimento HDR”, non si tratta propriamente di un’ottima esecuzione e più in là nel post vi spiegherò il motivo, un po’ come tutti alle prime armi fa esperienza, affascinato da questa tecnica che ai tempi era ancora poco conosciuta.
Da allora, nelle fotocamere e addirittura negli stessi smartphone, l’HDR è stato introdotto come funzione “built-in” ovvero è presente come funzione automatica in fase di scatto, ma con diversi limiti: sulla fotocamera DSLR Canon questi limiti la rendono inefficace (il diaframma bloccato a tutta apertura per esempio) mentre negli Smartphone i limiti dell’HDR sono conseguenza sia della “micro ottica” incorporata nel telefono sia del numero di megapixel, spesso interpolati, senza contare che per entrambi i casi in esame (camere DSLR o smartphone), non è possibile agire sull’elaborazione dell’immagine finale e produrre un “JPG” piuttosto che un immagine non compressa ( considerato l’aumento di dettaglio che produce e per cui è diventato famoso l’HDR,con la compressione del JPG molte di questi dettagli viene meno), rende l’utilizzo di questa funzione inefficace per produrre un buon HDR ed è per questo che suggerisco a tutti l’approccio manuale a questa tecnica
Ovviamente oltre a queste osservazioni, va detto che l’uso della tecnica nuda e cruda senza troppi automatismi , nonchè la possibilità di variare lenti / focali o addirittura aggiungendo filtri con effetti o neutral density, ne amplia gli utilizzi, la creatività ed il divertimento per il fotografo più esperto.
Personalmente dopo anni scatti elaborati e sviluppata una certa dimestichezza mi sento in grado di insegnarla, sperando di aiutare chi vuole sperimentare questa tecnica, cercando di indirizzarlo al meglio, per evitare i classici errori da principiante ed aiutandolo nell’avere una buona profondità di campo pur mantenendo la naturalezza della fotografia e l’applicazione della corretta luce.
Diciamo subito che quando parliamo di elaborazione potrebbe essere male interpretata con il termine “photoshoppare” l’immagine, ovvero ritoccare l’immagine con saturazione e contrasto per renderla più spettacolare o semplicemente schiarirla, scurirla o aumentare la chiarezza via software, per chi è appassionato di fotografia digitale e conosce le innumerevoli tecniche, ormai è risaputo che l’HDR sfrutta almeno tre scatti di ripresa, meglio in formato RAW, ma soprattutto scattando ad EV, ovvero Stop, differenti , variandone i tempi ma volendo anche il diaframma, e che poi salvati su computer ed “uniti” tramite software con tutti i dettagli delle tre fotografie scattate portati in un un’unica immagine (come in fotografia astronomica lo “stacking” e peraltro come sapete dai nostri videotutorial, l’hdr stesso è applicato in elaborazione di fotografie astronomiche).
Iniziamo subito con il dire che HDR è l’acronico di High Dynamic Range, letteralmente un ampio raggio dinamico, di toni, per quello la definizione di TT-HDR (True Tones) che è anche il titolo di questo articolo, cioè per distinguere le elaborazioni volutamente surreali per “licenza artistica” che senza nulla togliere alla creatività, non di tratta di tt-hdr nè di fotografia naturalistica seppur molte volte sono bellissime rappresentazioni artistiche, come un dipinto, ed a volte la bravura nel fotoritocco può addirittura trarre in inganno e fare scambiare la realtà con la fantasia (per fare degli esempi a caso: un cielo volutamente rosa e surreale, un aereo che in quel momento fa un evoluzione poco distante noi, la Via lattea che si staglia su un paesaggio, quando in realtà magari era nuvolo). E va anche detto come in qualsiasi cosa , sicuramente non basta il mero impiego della tecnica, perchè la capacità di gestire al meglio tutti i parametri in elaborazione, ma anche prima, la bravura nel scegliere i giusti parametri di ripresa in scatti multipli, di modo che le foto non vengano troppo scure, o troppo sovraesposte, o troppo rumorose, e non ultimo il framing ovvero l’inquadratura e la capacità di cogliere l’attimo contribuiscono al risultato che produce l’immagine in TT-HDR, realistica, quanto più naturale possibile, e con dettagli e toni superiori, quasi come essere presente durante lo scatto ed averla vista e vissuta con i propri occhi.
Per avere molti altri validi esempi di True Tones HDR è stato creato da diversi anni il gruppo omino sulla comunity Flickr, raggiungibile al link che vi propongo:
https://www.flickr.com/groups/truetonehdr/
Definite queste nozioni possiamo continuare partendo nell’evidenziare gli errori commessi nel mio primo scatto HDR poc’anzi proposto, il mio primo scatto HDR, ed nella prossima immagine troverete evidenziati con le frecce rosse e quella blu i due errori più comuni dovuti all’errata taratura dei “trigger” , ovvero i settaggi del software ma anche delle impostazioni sull’obiettivo in fase di scatto necessari per produrre un’immagine TT-HDR.
Partiamo dalla freccia Blu, in questo caso l’errore è doppio, diaframma troppo aperto, non vi è la presenza di spike sul sole dovuti alla chiusura del diaframma, che permette di “diminuire” l’area sovraesposta fotografata; il risultato è una “palla” sovraesposta.
Le Frecce Rosse indicate in vari punti dell’immagine vanno ad indicare i contorni della fotografia dove l’intensità dell’HDR e l’utilizzo del trigger sulla calibrazione della Luce vanno ad incidere. Quando l’intensità è eccessiva si generano queste aree più chiare che rendono l’immagine non naturale. Oltre a questo, probabilmente un non corretto bilanciamento dei colori e/o un eccessiva saturazione (verde eccessivo), la presenza di un ampio flare (mancanza di paraluce, carenze ottiche, utilizzo di un filtro skylight sulla lente in scatto controluce) la rendono imperfetta.
Affinando la tecnica l’esperienza negli anni, nel frattempo anche i software di elaborazione sono diventati più complessi ma completi, aumentando i trigger su cui è possibile lavorare;
Già dal mio primo scatto HDR ho scelto come software di elaborazione, forse il primo uscito ed il più noto, “Photomatix“, ora presente non solo come programma “stand-alone” anche come plugin Photoshop. Negli anni ho avuto modo di provare anche altri software, ma da abitudinario quale sono, ho continuato ad usare lo stesso, notando ad ogni nuova release, un miglioramento features per elaborare i propri scatti in HDR.
Per scaticare una demo o acquistarlo questo è il link: http://www.hdrsoft.com/it/
Tornando a quanto dicevamo prima, e sui motivi che mi hanno ispirato questo post, nel Tutorial e nel Video-Tutorial che seguono e completano questo post, verranno analizzate tre immagine tt-hdr, per darvi un anticipo di quanto vi voglio insegnare, vi mostro una vista sui singoli scatti come usciti dalla fotocamera, che prenderemo d’esempio nel Tutorial su cui poi ho elaborato l’HDR finale, uno scatto al mare in Corsica, e uno in alta montagna, sulle Alpi ed uno tra i boschi del Sassello, in Liguria in condizioni di luce differente .
E per chiarire le alterazioni dello scenario naturale che ci porterebbero fuori strada nell’elaborazione di uno scatto HDR in true tones, un piccolo anticipo di quanto pubblicato nel Tutorial e nel Video-Tutorial allegato al post, un esempio dei possibili errori che possono compromettere l’immagine, prendendo in esempio una sola dell’immagini proposte, il paesaggio montano:
- Il bilanciamento colore, perchè banalmente è stata dimenticata impostato la funzione di bilanciamento colore errata sulla fotocamera, per esempio: in luci al tungsteno invece che naturali o auto white balance, questi sono gli scatti grezzi prima di intervenire sul bilanciamento colore, potete confrontarli con quelli poc’anzi proposti:
- Le sovraesposizioni, ovvero i punti bruciati dall’eccessiva luce, come in fotografia generica vanno evitati, ecco un esempio:
- Eccessiva Intensità dell’HDR ed errata regolazione dell’illuminazione portano ad una visione più drammatica / cupa addirittura surreale che non si confà con l’idea di fotografia naturale in true tones
Siamo alla terminedi questo post, manca solo più vedere le tre immagini tt-hdr finite con tutte le correzioni , le calibrazioni ed i miglioramenti applicati e pubblicate sul nostro profilo di 500px:
Direi che è tutto 🙂 questi sono i fondamentali per non incorrere in grossolani errori, spero di aver contribuito almeno un poco a realizzare belle elaborazioni realistiche e naturali in HDR e vi invito a seguire il tutorial che affronta l’elaborazione completa di entrambi gli scatti pocanzi proposti , il tutorial completo è già pronto, sia in INGLESE che in ITALIANO su questo blog e per ottenere la password è necessario diventare nostri supporter su patreon per almeno 1 dollaro al mese.
Tutorial: Elaborare in True Tones HDR con Photomatix (software win/mac)
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